Fontebranda

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Fontebranda

Questa fonte (1), la più antica tra quelle esistenti a Siena, ci permette di entrare nel contesto sociale in cui visse Caterina, che è ricordata come la santa di Fontebranda.
La presenza della fonte aveva reso questo luogo uno dei centri nevralgici della vita quotidiana senese, in virtù della grande importanza che l’acqua rivestiva per la città. Siena, infatti, sorge su aridi colli, lontana da corsi d’acqua e da rilievi montuosi; per questo motivo, fin dai tempi antichi, la mancanza d’acqua costrinse i suoi abitanti a compiere sforzi notevoli, testimoniati ancora oggi dalla straordinaria rete di acquedotti sotterranei pazientemente scavati nella roccia: si tratta dei ‘bottini’, così definiti perché coperti da volta a botte, che andavano ad alimentare fonti, pozzi e cisterne. Uno dei due ‘bottini maestri’, ovvero gli acquedotti più importanti di questa rete, era proprio quello di Fontebranda.
In ragione di ciò, le acque di questa fonte furono tra le più copiose e dissetarono per secoli mezza città, compresa Caterina e la sua famiglia; la fonte, inoltre, garantiva la sussistenza dell’attività di suo padre, che da qui attingeva l’acqua necessaria per tingere i panni.
L’esistenza di una fonte in questo luogo è documentata già dal 1081, ma nel 1193 fu ricostruita e ampliata da un certo Bellamino, come attesta un’iscrizione ancora conservata al suo interno. Alcuni decenni più tardi, nel 1246, venne realizzata la copertura con volte a crociera e furono inseriti nel prospetto quattro leoni in pietra da cui zampillava l’acqua.
Come le più importanti fonti medievali di Siena, Fontebranda presenta tre capienti vasche, che nel passato avevano tre diverse funzioni: la prima conteneva l’acqua potabile, la seconda, alimentata con l’acqua che fuoriusciva dalla prima, serviva per abbeverare gli animali, la terza, in cui confluivano le acque delle due precedenti, fungeva da lavatoio. Da qui l’acqua passava poi nella cosiddetta ‘fogna bianca’ ed era sfruttata sia dalle numerose tintorie e concerie che sorgevano nella zona, che dai mulini collocati appena fuori dalle mura della città.